Se per Natale state pensando ad un regalo originale e assolutamente all’avanguardia, non potete lasciarvi sfuggire le Ray Ban Stories, lanciate qualche mese fa. Se invece vi state chiedendo cosa siano e soprattutto perchè abbiano scomodato l’UE, questo è l’articolo giusto per voi.
Dall’unione di Facebook e EssilorLuxottica nascono gli occhiali del futuro, ossia le Ray Ban Stories, un mix di tecnologia e innovazione, senza rinunciare all’iconico design del brand, che regala sempre quel tocco di stile che non guasta mai.
Ma quali sono le specifiche di questi super occhiali?
Processore Snapdragon, dual camera da 5 MP con funzionalità foto e video, auricolari open-ear molto discreti e un sistema audio composto da tre microfoni per riprodurre suoni e voce in alta qualità durante le telefonate e i video, il tutto racchiuso in 49,6 grammi di pura tecnologia.
I modelli disponibili abbinati alla tecnologia sono gli intramontabili Wayfarer e Wayfarer Large, i Ray-Ban Round, per coloro che non voglio rinunciare ad uno stile vintage, ed i fantastici Meteor.
Ma non finisce qui, infatti, oltre allo stile e alle performance tecnologiche, questi occhiali di ultima generazione hanno lanciato anche l’app Facebook View. L’applicazione è disponibile per iOS e Android, ed è utile all’importazione, alla modifica e alla condivisione dei contenuti acquisiti con gli smart glasses, il tutto con la possibilità di caricarli sui social presenti sullo smartphone.
Inoltre è in roll out la possibilità di inviare e ricevere i messaggi utilizzando gli occhiali smart, attraverso microfoni e altoparlanti, ma effettuare anche chiamate audio via Messenger.
«Siamo molto orgogliosi di aver dato vita a Ray-Ban Stories insieme ai nostri partner di Facebook» ha dichiarato Rocco Basilico, CWO di EssilorLuxottica. «Questo prodotto rappresenta un punto di svolta e dimostra che i consumatori non sono costretti a scegliere tra tecnologia e moda: possono vivere appieno ogni momento e rimanere connessi, tutto questo indossando i loro Ray-Ban preferiti. Il nostro approccio esclusivo, che coniuga decenni di eccellenti lavorazioni artigianali, spirito di innovazione e impegno a proporre solo tecnologie all’avanguardia, ci ha permesso di creare dispositivi wearable che tutti ameranno indossare».
Queste le parole di Basilico, che lasciano immaginare un’evoluzione di questo prodotto magari nell’ambito della realtà aumentata.
Ma quali sono i rischi che celano?
Sicuramente la privacy è al centro della diatriba, ma Facebook assicura che i dati raccolti non saranno usati per lavorare col favore delle tenebre, ma solo per lo sviluppo di prodotti e i servizi offerti.
Ad ogni modo è chiaro che il Social Network accederà anche a stralci della nostra quotidianità, quindi contenuti, conversazioni e immagini, acquisiti fortuitamente perché indossiamo gli occhiali.
Quindi data la sensibilità dei dati personali che Meta raccoglie è però lecito pensare ai rischi e a quali possano essere le conseguenze.
A tal proposito l’UE ha già cominciato a prendere i dovuti provvedimenti, al fine di regolamentare tale tecnologia e affini, infatti sono state approvate delle misure per armonizzare l’AI.
Nello specifico, il Parlamento europeo ha varato un regolamento sui principi etici per lo sviluppo, la diffusione e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, della robotica e delle tecnologie correlate. Esso si fonda su principalmente su una visione antropocentrica dello sviluppo tecnologico al fine di garantire il rispetto della vita privata e si restringere l’utilizzo del riconoscimento biometrico.
Basterà? Lo scopriremo presto!